Situata a pochi passi dalla città di Viterbo, affacciata su una meravigliosa vallata condita dalle acque dei torrenti Acquarossa e Vezzarella, ecco nascere una città che in età romana avrebbe poi avuto un’importanza elevata, la quale diede sopratutto i Natali a figure come Marco Otone e Flavia Domitilla (madre di Tito e Domiziano): Ferento (che fu anche città etrusca).

Nelle vicinanze delle rovine è infatti possibile osservare una scritta che recita “Civitas splendissima”, riferendosi proprio alla importante città di Ferento.
Quello che non tutti sanno, e che a dire fa anche un po’ rabbia, è che intorno alle già notevoli rovine romane del sito, si trova, nascosta sotto terra e tra la natura selvatica, una quantità inimmaginabile di altre rovine, inaccessibili e inqualificabili per via della mancanza di fondi appropriati. A meno che, un giorno, un grande investitore non decida di far rinascere l’antica Ferento, gran parte del suo abitato è destinato a rimanere nascosto.

La meraviglia del sito osservabile, tuttavia, è certamente nel meraviglioso teatro che domina il luogo, scoperto e reso fruibile (utilizzato ancora oggi per spettacoli) dal “re archeologo” Gustavo VI Adolfo di Svezia.

Intorno all’antica città si possono anche visitare alcune necropoli, come quella di Procoietto (risalente al III secolo a. C.) e quella di Poggio della Lupa (periodo simile, circa un secolo più recente).

Il sito è trattato a dovere dall’associazione culturale che se ne occupa, e viene utilizzato per numerosi, evocativi eventi di rievocazione storica e altro ancora.
Come raggiungere il luogo:
https://maps.app.goo.gl/xgMdx7ftpSFTN53N6
